Dalla fantasia alla realtà: il passaggio obbligato (con ritorno)
Passare dalla fantasia alla realtà significa voltare le facce di una stessa medaglia: entrambi gli approcci convivono nelle persone. A volte teniamo in maggior considerazione il contatto con il fantastico, altre volte scioriniamo un atteggiamento pragmatico.
Siamo degli abili equilibristi che volteggiano in aria camminando su un filo invisibile. Per mantenere l’equilibrio interiore siamo costretti a bilanciarci tra due estremità: la fantasia e la realtà.
Può capitare di propendere da una parte rispetto all’altra ma ciò non è un male bensì l’unico mezzo a nostra disposizione per continuare a percorrere il filo della nostra esistenza.
Dalla fantasia alla realtà
In antichità la mitologia raccoglieva i frutti che oggi ha seminato la religione. Attraverso gli dei e le dee del pantheon mitologico, gli esseri umani potevano proiettare delle immagini emotive, le quali erano risultavano per risolvere i complessi intrecci inconsci.
Le paure e l’ansia collegate ai sentimenti nonché alla scoperta della società e dell’universo convogliarono nelle granitiche figure divine donando al contempo un senso di sicurezza e di estraneità.
Nel maturare una maggiore consapevolezza nei confronti del mondo e dell’universo grazie al progresso scientifico, tecnologico e sociale, l’essere umano iniziò a distaccarsi dalle figure mitologiche divine poiché non rispondevano più alle sue domande.
In pratica, più cresceva la sicurezza dell’uomo rispetto alla natura, di pari passo si assottigliava la formula divina mitologica in grado di fornire sicurezza e conforto.
Sciolte le catene della paura, l’essere umano cominciò a testare, provare e sfidare ciò che prima considerava intoccabile. Come la psicologia insegna, una volta affrontata la paura questa si discioglie e nessuna traccia rimane a sostegno della sua sorpassata presenza.
Perciò, alle proiezioni inconsce si passò a quelle razionali, le quali si dimostravano essere dei solidi e concreti appigli. L’evoluzione non fu esente da anomalie: infatti, non appena si riaffacciavano dei periodi di insicurezza, ecco balenare la prospettiva divina a proteggere come fatto in passato.
Pertanto, dobbiamo comprendere che la realtà è un piano di cui a volte perdiamo la consistenza, lasciando spazio alla fantasia. Nei nostri mondi fantastici interiori risiedono le antiche divinità pronte ad aiutarci a superare i momenti di impasse.
Quindi, in taluni momenti la fragilità evoca l’inconscio. La partecipazione della nostra parte inconscia funge da mentore per fornirci gli strumenti in grado di superare la crisi.
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