Lamia strega e vampira: un intreccio di personalità magiche
Lamia strega e vampira è una figura mitologica che risale al mondo classico greco e romano in cui fa la sua prima comparsa il vampirismo. La sua evoluzione, sempre secondo la mitologia, risulta alquanto violenta.
Infatti, Lamia era la regina della Libia, la cui sfolgorante bellezza fece capitolare Zeus. Il Dio le regalò il dono di togliersi gli occhi dalle orbite per poi rimetterseli senza che accadesse alcun danno.
Insieme i due amanti ebbero una storia passionale e intensa costellata da prole. Ciò fece scattare l’ira di Era, la sposa di Zeus, la quale per vendicarsi fece uccidere tutti i figli nati dalla relazione clandestina. L’unica a salvarsi fu Scilla, sebbene questo dettaglio viene spesso confabulato dalle differenti versioni della storia.
Lamia rimase devastata dalla violenza perpetrata nei confronti dei suoi figli e per vendicarsi decise di ammazzare tutti i figli delle altre donne con cui entrava in contatto. Non solo li ammazzava ma succhiava loro il sangue fino a farli morire dissanguati.
L’abuso di sangue di innocenti compromise la sua figura rendendola mostruosa. Nonostante ciò, acquisì la capacità di trasformarsi da donna mostro a una figura affascinante così da sedurre gli uomini per poi nutrirsi del loro sangue.
Lamia strega e vampira
La capacità di Lamia di bere sangue la trasformò automaticamente in una vampira, forse nella sua rappresentazione più antica. Nel corso del Medioevo la figura di Lamia non si oscurò, bensì venne ridimensionata a rappresentanza di strega.
Assunse così l’appellativo di ‘Lamia strega e vampira’ e venne in parte dimenticata dopo l’introduzione dell’emblema letterario del Conte Dracula. Sebbene Lamia si discostò dall’immagine di succhiatrice di sangue, assunse la forma esoterica di strega.
Questo solo a livello letterario perché nel folklore europeo non perse mai la sua caratteristica di vampira, come ricordano le varie storie raccontate dal popolo.
Una declinazione delle lamie le vede metà donna e metà animali, soprattutto serpenti o, di nuovo, delle anticipazioni della figura del drago, con occhi maligni e lingue biforcute.
A volte, invece, le lamie erano scambiate per le Empuse, le ancelle della dea Ecate. Anch’esse dotate di poteri sovrannaturali usati per spaventare i pellegrini e i viaggiatori.
Ecate è una dea pre-indoeuropea detentrice della magia e dei poteri legati all’oscurità. Infatti, fungeva da richiamo ai praticanti di magia nera o necromanzia poiché dominava sui fantasmi, i morti, i demoni nonché la notte e la luna.
Questo aspetto così malefico e oscuro non poteva che condurre le lamie alla continuazione del mito attraverso le streghe. Vere rappresentanti malefiche del Medioevo, in cui ogni misfatto pareva fosse compiuto dalla loro malvagità.
La loro forma, dunque, si dissolse nel corso dei secoli ma rimase intatta la loro capacità di trasformarsi a piacimento con l’obiettivo di fare del male ai ‘poveri’ uomini, vittime innocenti delle loro crudeltà.
A rinfocolare il mito della strega persecutrice di uomini fu la Chiesa che vedeva in ogni forma di malizia o di mancanza di fede da parte di una donna una componente esoterica e occulta.
Bram Stoker sradicò completamente l’origine di Lamia strega e Vampira introducendo un altro essere altrettanto malefico: il famigerato conte Dracula, il succhia sangue che oggi tutti temiamo.
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