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I principi dello spiritismo vengono spiegati in maniera esaustiva da Allan Kardec nella sua opera ‘Il libro degli spiriti’. Il vero nome dell’autore è Hippolyte Léon Denizard Rivail, il quale nacque a Lione nel 1803.

Divenuto medium, essendosi appassionato di spiritismo, scrisse oltre al libro citato altri testi, sebbene questo in particolare suscitò un interesse mondiale.

La pubblicazione avvenne nel 1857 dopo aver conversato a lungo con gli spiriti e aver ricevuto il nome d’arte di Allan Kardec. Fondò la rivista Revue Spirite, la quale sopravvive tutt’oggi.

L’anima di Allan Kardec, invece, ha lasciato il mondo materiale nel 1869 e il suo involucro carnale è conservato al cimitero di Père-Lachaise nella città di Parigi.

Il principio cardine capace di screditare alcune illazioni sostiene che non esistono le maledizioni poiché si ritorcono contro chi le pronuncia. L’affermazione di Kartec elimina di fatto tutte le influenze della magia nera.

Sebbene aggiunga anche che la maledizione non colpisce se non chi è già di per sé malvagio.

 

 

principi dello spiritismo Allan Kardec

 

Principi dello spiritismo: i concetti chiave

 

Il principio dello spiritismo base è che la filosofia si contrappone al materialismo. Si tratta di una dottrina di comunicazione fra gli spiriti e gli uomini, i quali si trovano nel mondo spirituale e nel mondo fisico.

In questa connessione possiamo riconoscere tre protagonisti. I primi sono gli uomini, i secondi sono gli spiriti e i terzi sono gli intermediari. Noi esseri umani viventi esistiamo in una dimensione materiale diversa da quella spiritica.

 

Secondo i principi dello spiritismo noi uomini siamo composti di tre parti:

  • il corpo fisico che decade con il termine della vita;
  • l’anima, sostanza immateriale ed eterna;
  • il perispirito, la congiunzione tra anima e corpo che svanisce al momento della morte.

 

Kardec afferma che “Le comunicazioni degli spiriti con gli uomini sono occulte o palesi“. Ciò significa che possono essere evocati o manifestarsi spontaneamente.

Ma sottolinea anche che l’affinità elettiva è predominante nell’incontro con le anime. In pratica, gli spiriti si manifestano in base a simpatie o per affinità morale.

Quando si muore l’anima dotata di virtù gioisce nel lasciare lo stato di schiavitù del corpo, mentre l’anima cattiva prova dolore e vergogna per la sua tenuta mortale.

Lo spirito non è consapevole di essere ritornato in vita a seguito della reincarnazione. Però talvolta, può ridestarsi a seguito del sonnambulismo naturale o quello indotto, chiamato sonnambulismo magnetico.

Oppure, può prendere consapevolezza del mondo immateriale attraverso il dono della seconda vista, grazie alla quale oltrepassa i limiti dei sensi.

Purtroppo non sempre il dono della seconda vista è chiaro e lampante. Spesso, il soggetto rimane sorpreso e può spaventarsi dalle sue innate facoltà. Quando prende coscienza dei poteri, diventa un medium.

 

medium e seduta spiritica

 

I medium

Grazie agli spiritisti o ai medium riusciamo a entrare in contatto con le anime dei defunti. Difatti, sono loro a fungere da tramite e da canale comunicativo.

Come ci riescono? Attraverso tre differenti elementi. Il primo è un tavolo, il quale muovendosi e sollevandosi batte con i piedini un certo numero di colpi, per rispondere sì o no.

Il secondo metodo è attraverso una tavoletta da seduta spiritica, combinata con lettere e numeri. Il medium interagisce con l’essere umano e lo spirito per scrivere le risposte alle domande.

L’ultimo metodo è quello della scrittura libera: lo spiritista entra in contatto con l’anima del defunto il quale risponde alle domande mentre in contemporanea il medium trascrive il messaggio.

Non tutti sono destinati a diventare medium, poiché bisogna possedere delle doti particolari. Tutti gli spiriti possono essere evocati nei diversi mondi in cui vivono purché si manifestino liberamente e senza costrizioni.

I diversi mondi in cui vivono gli spiriti sono graduati in base alle classi di appartenenza e qui possono rimanere per brevi o lunghi periodi, dipende dalla necessità implicita di ritornare nel mondo mortale.

Ciò significa che se uno spirito ha lasciato qualcosa in sospeso sarà costretto a ritornare prima nel mondo materiale, avvolto dal suo involucro carnale.

spirito o anima

Il concetto di anima secondo gli spiritisti

 

Allan Kardec nel suo libro sostiene che: “L’anima è un essere incorporeo, distinto e indipendente dalla materia, che conserva la propria individualità dopo la morte“.

Pertanto spirito o anima sono sinonimi, e vengono alimentati dal fluido vitale. Questo fluido speciale si trova dappertutto, tanto da essere assorbito dagli esseri viventi durante l’intera esistenza.

Secondo taluni, il fluido vitale corrisponde al fluido elettrico animalizzato, e si può paragonare al fluido magnetico o al fluido nerveo. Lo stesso capace di far muovere i corpi nella teoria del mesmerismo.

L’anima contenendo questo liquido si tramuta in anima vitale ed è comune a qualsiasi essere organico, di tipo animale, umano o vegetale. Sebbene nello spiritismo l’anima venga suddivisa in anima intellettiva, appartenente alle piante e agli animali, e l‘anima spiritica tipica degli uomini.

Il fluido può esaurirsi e con esso la vita. Ma può anche trasmettersi da un essere all’altro, così da alimentare come un mutuo soccorso chi si sta spegnendo.

classi di appartenenza degli spiriti

Gli spiriti e le categorie di appartenenza

Il mondo in cui vivono gli spiriti è uno spazio primordiale, primitivo ed eterno. Gli spiriti non sono tutti uguali, bensì sono suddivisi in dieci categorie ben distinte.

Possono migliorare attraverso la reincarnazione e aumentare di categoria solo quando compiono atti benevoli e puri. Un altro principio cardine dello spiritismo è che gli uomini si possono solo reincarnare negli uomini e non in animali o piante.

Il contrario di ciò che sostiene il druidismo secondo cui si può retrocedere a vite inferiori qualora non ci comportassimo in maniera impeccabile.

Quando gli spiriti rientrano in un nuovo corpo ritrovano ciò che hanno lasciato per compiere ciascuno la propria missione personale. Tuttavia, esistono altri spiriti erranti che non si sono reincarnati e vagano nell’etere.

Gli spiriti buoni si distinguono da quelli cattivi per la proprietà di linguaggio. I primi sono dignitosi e liberi dalle passioni, mentre i secondi sono ancorati ai difetti umani, peccando di malizia e ignoranza.

 

Le dieci classi delle anime secondo i principi dello spiritismo:

  • decima: spiriti impuri, inclini al male;
  • nona: spiriti leggieri, ignoranti, capricciosi e maligni;
  • ottava: spiriti pseudosapienti, presumo di sapere più di quanto conoscono;
  • settima: spiriti indifferenti, né buoni né cattivi;
  • sesta: spiriti picchiatori e perturbatori, si manifestano in fase di seduta spiritica con colpi, spostamenti, eccetera;
  • quinta: spiriti benevoli, buoni ma con un sapere limitato;
  • quarta: spiriti dotti, buona ampiezza di cognizione;
  • terza: spiriti saggi, con altissime qualità morali;
  • seconda: spiriti superiori, i quali riuniscono scienza, saggezza e bontà;
  • prima: spiriti puri, non sono più soggetti alla reincarnazione poiché hanno raggiunto la perfezione.

 

La reincarnazione serve per raggiungere la perfezione. Difatti, le pene sono considerate come una presenza da sistemare poiché ostacolano l’ascesa ai livelli superiori.

Per questo esiste il libero arbitrio: ogni anima deve essere libera di compiere le sue prove, missioni o risolvere le espiazioni.

principi dello spiritismo e miglioramento

Gilda Numinosa consiglia di approfondire i principi dello spiritismo con le seguenti letture: