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La alomanzia è la lettura divinatoria per mezzo del sale come strumento di interpretazione dei fenomeni passati, presenti e futuri. Il nome deriva dalla parola greca che combinata assieme forma il significato di sale-divinazione e dalla parola latina halomatia che ripropone lo stesso significato.

La sua diffusione è piuttosto antica e se vogliamo anche naturale poiché il sale era un elemento piuttosto importante sia per il cibo sia per la cura del corpo.

Il primo a citare questa pratica fu Omero, definendo non solo il potere divinatorio della pratica ma anche sottolineando il fattore divino del materiale impiegato.

Come si praticava l’alomanzia

 

L’alomanzia in realtà non era una pratica difficile da fare poiché richiedeva un elemento abbastanza usato e una lettura piuttosto semplice. Però, bisognava essere in grado di leggere i risultati ottenuti. Senza questa conoscenza la formula di divinazione non funzionava.

Il metodo più utilizzato e quello pervenuto fino a noi è quello in cui si buttava un certo quantitativo di sale sopra una superficie piana, per esempio un tavolo, e si studiavano le forme assunte dal caso.

Non è stata tramandata la chiave di lettura ma sicuramente le forme che richiamavano simboli esoterici non erano di buon auspicio. Quelli invece che sembravano rappresentare eventi lieti come il viso di un bambino o forme di grano, mandavano degli eloquenti messaggi di buona sorte.

Un altro metodo era quello di gettare il sale nel fuoco: in base al modo in cui questo sale scoppiettava si potevano comprendere e interpretare i risultati della divinazione.

Ma era anche la relazione nei confronti del materiale a rimandare ai segni di lettura divinatoria. Rovesciare del sale, oppure addormentarsi prima che la saliera fosse stata tolta dal tavolo erano tutti presagi maligni.

Lo stesso succedeva nel caso in cui veniva presa per sbaglio in mano la saliera senza che ve ne fosse alcun desiderio o necessità. Il messaggio era palese: ben presto la situazione del malcapitato sarebbe stata interrotta da un evento sfortunato.

In questo contesto è ben identificabile la superstizione che vive ancora oggi: rovesciare il sale porta sfortuna e per rimediare è utile gettare alle spalle una manciata di sale.

Funziona? E da cosa deriva questa consuetudine? Forse è nata per bloccare il maleficio e da allora pare continui a funzionare in questo strano modo.

Le divinazioni delle parti anatomiche degli animali e degli umani nonché dei sacrifici sono fra le più antiche forme di mantiche al mondo. Le loro origini risalgono ai tempi delle civiltà mesopotamiche nonché dagli Egizi.

Le arti divinatorie e quindi la lettura del futuro da parte dell’indovino veniva fatto con viscere animali e parti anatomiche umane oppure avveniva successivamente un sacrificio.

Non si hanno notizie sulla metodologia applicata per reperire informazioni sul futuro della comunità o di una persona se non la traccia di risposta in base alla conformazione della carne e la disposizione delle membra.

Divinazioni delle parti anatomiche

 

Non potendo esaudire le richieste di una risposta esaustiva sulle varie mantiche, non rimane che presentare una scarna lista delle pratiche divinatorie.

La più usata era la geromanzia o geroscopia che prevedeva la lettura del futuro tramite le interiora di animali sacrificati alla pratica. Gli altri nomi che riportano alla stessa arte divinatoria sono: estispicina, extispicina, Ieromanzia e Ieroscopia.

L’epatoscopia o l’epatomanzia era la lettura divinatoria per mezzo del fegato degli animali mentre la scapulomanzia prevedeva la divinazione delle scapole di bovini e caprini.

Una pratica particolare è la cefalomanzia, ovvero la divinazione delle teste. Non si sa esattamente se le teste erano reperite tramite sacrificio o in seguito alla morte.

Si conosce, invece, ahimè, la antropomanzia: la divinazione dei sacrifici umani. Avveniva nelle epoche storiche più antiche e si è trovata traccia della pratica anche nei paesi Mesoamericani. Così come la aruspicina, una divinazione che analizzava le vittime dei sacrifici.

 

pratiche divinatorie mani

 

Le altre parti anatomiche le possiamo elencare all’interno di una lista:

  • oculomanzia: divinazione degli occhi;
  • odontomanzia: divinazione dei denti;
  • metoposcopia: divinazione della fronte;
  • omfalomanzia: divinazione del cordone ombelicale;
  • onicomanzia: divinazione delle unghie;
  • podomanzia: divinazione dei piedi.

 

Le divinazioni più particolari

 

Alcune divinazioni sono veramente particolari. Tra queste figurano la causimomanzia che studiava le bruciatura e la gastromanzia o engastrimanzia capace di interpretare i suoni provenienti dallo stomaco dell’indovino.

Nelle tradizioni olistiche, fanno ancora la loro comparsa la fisionomanzia o fisiomanzia che studia le proporzioni e la fisionomia di una persona. Nonché la chiromanzia, conosciuta anche con i termini di chirognomia, chirologia o chiroscopia. Diverse forme che rappresentano la divinazione dei palmi delle mani, usata ancora oggi.

Le ultime due divinazioni riguardano la uroscopia, la divinazione dell’urina a scopo diagnostico e la scatomanzia, la divinazione delle feci animali. Entrambe usate in antichità e che prevedevano l’assaggio da parte dell’indovino.

etichetta lettura adatta ai bambini

Le divinazioni di alimenti e piante è una sfera delle mantiche collegate alla stretta unione tra uomo e natura. Rispetto ad altri tipi di arti divinatorie non sono presenti in grande numero ma si caratterizzano per l’atmosfera casalinga e la relazione con i prodotti della terra.

Divinazioni di alimenti e piante

 

Il cibo è da sempre considerato un dono da parte degli dei o dalle divinità e non poteva che essere ammantato da una veste sacra. Le divinazioni di alimenti e piante si suddividono in piante vere e proprie e prodotti generati dalle piante che poi vengono regolarmente consumati dall’uomo.

Le uniche due mantiche specifiche delle piante sono la botanomanzia, la pratica che studia le piante bruciate e la xilomanzia che invece si occupa di leggere il futuro attraverso il legno bruciato.

In questo contesto rientra anche la dafnomanzia, ovvero la divinazione di corone di alloro bruciate. Il nome Dafne si rifà al mito greco della ninfa che pur di non cedere alle grazie di Zeus si fa trasformare in una pianta di alloro.

 

mantiche piante

Cibi lavorati e pezzi di pianta

 

Per quanto riguarda il cibo, in veste di alimento, bisogna citare la tiromanzia, pratica specifica per la lettura dei formaggi. Non si conosce il funzionamento della mantica ma probabilmente veniva fatta nel momento della lavorazione dei formaggi.

Alla stregua della tiromanzia possiamo citare l’aleuromanzia, la divinazione della farina. Questa arte divinatoria comprende anche la sticomanzia meglio conosciuta come la lettura dei biscotti della fortuna.

L’alomanzia si preoccupava, invece, della lettura dei granelli di sale e di tutte le sue sfumature nella vita quotidiana della comunità. Per esempio la caduta della saliera e il suo avvertimento di sventura, ben noto ancora oggi come forma di superstizione.

I semi di orzo occupavano lo spazio dell’alfitomanzia mentre i germogli di cipolla interessavano gli studiosi della crommiomanzia. Le due mantiche sono piuttosto arcane e la pratica si disperde nella notte dei tempi.

Ciò che è rimasto ancora oggi è la caffeomanzia, ovvero lo studio dei fondi di caffè e la tasseomanzia o tasseografia, la lettura delle foglie di tè. Completamente perduta nelle pieghe del tempo l’enomanzia o l’oinomanzia, la pratica che studiava il vino e, più probabilmente, la sua fermentazione e la trasformazione alcolica.

 

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La divinazione degli animali si estende dalla rete domestica a quella selvatica e si pone l’obiettivo di determinare un linguaggio. Solo attraverso l’uso di un linguaggio comune l’uomo è in grado di capire le altre forme vitali che convivono con lui sulla Terra.

Per questo ne ha studiato i movimenti, i gesti, le espressioni e i metodi di caccia al fine di trovare un messaggio nascosto che possa indicargli la soluzione nel futuro.

Le varie forme di mantiche si suddividono fra lo studio del comportamento degli animali in generale oppure l’attenzione riposta nella loro figura anatomica.

Divinazione degli animali domestici

 

Tra le forme più usate in passato di divinazione degli animali domestici figurano l’ailuromanzia e l’alettriomanzia, le quali si riferiscono rispettivamente allo studio del comportamento dei gatti e a quello dei galli.

Entrambi gli animali hanno da sempre convissuto con l’uomo ed è normale che a un certo punto si sia deciso di studiarne il comportamento così da risalire a un ipotetico codice di linguaggio.

In questa categoria rientra anche l’ippomanzia, arte divinatoria dei cavalli e l’ittiomanzia specializzata nello studio dei pesci. Rientrano nella categoria di divinazione degli animali domestici, in senso lato, anche la:

  • miomanzia, lo studio dei topi;
  • myomanzia, lo studio dei roditori;
  • mirmiomanzia, lo studio delle formiche;
  • l’ofiomanzia, lo studio dei serpenti.

Questi animali non rientrano nello specifico nell’allevamento domestico ma sono talmente comuni da essere entrati a far parte della quotidianità dei villaggi.

Per questo l’uomo ha deciso di studiare il loro comportamento al fine di ottenere importanti rivelazioni sul futuro delle condizioni atmosferiche, del raccolto o del benessere della comunità.

 

ailuromanzia

 

Le forme di divinazione degli animali in senso generale

Questo tipo di arti divinatorie richiama un senso generale, non strettamente legato a una categoria di animali. Ne fanno esempio l’apantomanzia che studiava l’avvistamento degli animali e il loro intrinseco significato in termini di coincidenze.

L’ornitoscopia o ornitomanzia preposta a osservare il volo degli uccelli e a comprendere il valore dei movimenti. E, infine, la geranomanzia che studiava il comportamento del volo delle gru, degli animali che avevano un profondo significato per le popolazioni del nord e del centro Africa.

Lo studio delle forme degli animali

Tra le ultime forme di divinazioni richiamiamo la ovomanzia o ovoscoscopia che si prefiggeva di studiare la conformazione delle uova e rientra nella divinazione degli alimenti.

L’ultima forma di arte divinatoria toccata in sorte agli animali è la plastromanzia, una divinazione piuttosto complessa. L’indovino studiava la formazione delle crepe sui gusci delle tartarughe provocate dal calore.

Quest’ultima così come le altre forme di divinazione degli animali non sono rimaste tracce. Pertanto, possiamo solo supporre un loro meccanismo ma non ne conosciamo la vera funzione e la loro reale efficacia.

La divinazione degli elementi naturali e quella delle condizioni atmosferiche raccoglie tutte quelle mantiche collegate alla natura. Seguendo i capricci di Madre Natura o gli elementi che si manifestavano al seguito di un evento, gli antichi sapienti riuscivano a predire dei risultati futuri.

Molto spesso queste arti divinatorie erano collegate al raccolto o alla prosperità del villaggio ed erano collegate a degli eventi fortuiti che spesso si mescolavano al divino.

Tra queste contempliamo le categorie di divinazione delle condizioni atmosferiche, l’aeromanzia o aerimanzia, che raccoglie al suo interno i sottogruppi di mantiche relative alla stessa categoria.

E la categoria di divinazione degli elementi naturali a cui appartiene in senso ampio del termine anche al geomanzia, la divinazione della Terra, che raccoglie anche il Feng Shui.

Gruppo di divinazione degli agenti atmosferici

 

L’aeromanzia raccoglie al suo interno diverse arti divinatorie che seguivano il fluire delle condizioni atmosferiche, i fenomeni metereologici (la meteoromanzia) o quelli più specifici di tuoni e dei fulmini.

Una certa conformazione delle nuvole indicava secondo la nefomanzia o la nefelomanzia, il progredire degli eventi atmosferici. A questo poteva aggiungersi la anemoscopia, la divinazione del vento o quella più completa dell’austromanzia (mantica vento e nubi).

All’approssimarsi di un temporale potevano presentarsi nel cielo lampi e fulmini. Ecco che allora entrava il santone pronto a predire il futuro secondo la brontoscopia (l’arte divinatoria dei tuoni) e la ceraunoscopia o ceraunomanzia (divinazione dei fulmini).

Purtroppo, di tale pratiche, non sono rimaste molte testimonianze per cui non si conoscono i segnali che rispondevano ai presagi. È rimasto solo il nome come testimonianza e alcuni racconti popolari, facenti parte del folklore.

Le mantiche in oggetto sono state le precorritrici della meteorologia, quella a cui oggi ci affidiamo quando vogliamo guardare le previsioni del tempo in vista di una gita all’aria aperta.

 

eromanzia

Gruppo di divinazione degli elementi naturali

 

Le divinazioni degli elementi naturali raccolgono il gruppo di mantiche legate allo studio della natura da parte degli antichi. Fra queste possiamo suddividere quelle relative agli astri celesti come la cometomanzia, che studiava le code delle comete.

Forse questo tipo di mantica è più recente rispetto alle altre, data la scarsa conoscenza dell’astronomia, cominciata in Mesopotamia con le vesti dell’astrologia.

Le altre che elencherò sono strettamente collegate al vivere quotidiano e di estrema importanza sono le arti divinatorie legate all’acqua. Conosciamo già la figura del rabdomante che grazie a un ramo di nocciolo riusciva a prevedere il futuro secondo lo scorrere dell’acqua.

All’acqua erano collegate anche le mantiche dell’idromanzia, la più famosa. Ma anche della leconomanzia, specifica per i bacini d’acqua, la pegomanzia che si occupava invece della previsione attraverso le acque di sorgente.

Aria, luce e fuoco appartenevano a tre categorie diverse di mantiche:

  • eromanzia, previsione attraverso i movimenti dell’aria;
  • lampadomanzia, studio della luce;
  • piromanzia o piroscopia, divinazione del fuoco.

L’ultima mantica è la geomanzia, praticata ancora oggi e che comprende anche il Feng Shui. In antichità si effettuava per mezzo di una manciata di terriccio. Veniva buttata a terra e l’indovine ne leggeva il risultato.

Oggi, invece, si tracciano dei segni in quattro gruppi. Attraverso un’indicazione specifica si leggevano i segni destinatari di risposte alle preoccupazioni future.

Le domande sulla divinazione poste dai meno esperti sono diverse e si riferiscono nello specifico all’arte e a chi la pratica. Secondo la comunità scientifica l’arte divinatoria rientra fra le pseudoscienze, i religiosi la collocano all’interno della sfera magica-religiosa-spirituale mentre per alcuni sfiora le soglie della parapsicologia andando a connettersi quasi alla dimensione mistica.

 

Domande sulla divinazione

 

Per quale motivo si pratica la divinazione?

Per conoscere l’ignoto e svelare il futuro: questa è l’essenza dell’arte divinatoria. La divinazione è il tramite del soprannaturale o il divino con l’essere umano. Per mezzo di una richiesta di informazioni o di intercessioni la figura umana si approccia all’arte divinatoria. E lo fa attraverso una persona capace di comunicare con l’aldilà. Colui che pratica l’arte divinatoria è l’indovino o il vate mentre chi si rivolge al professionista è chiamato consultante.

La pratica divinatoria viene espressa tramite rituali, presagi, simboli o la lettura di segni da cui si possono ottenere delle rivelazioni o predire un dato futuro. Il sinonimo di divinazione è mantica: l’arte antica svolta dagli indovini, i quali rivelavano il futuro secondo la lettura o l’interpretazione di sogni o altri eventi naturali.

 

Quali sono le qualità dell’indovino?

Il vate deve essere una persona ricettiva ed empatica, in grado di connettersi con una certa rapidità e facilità con le forze soprannaturali. Di solito, chi si rivolge all’indovina è alla ricerca di risolvere un problema o di contrastare una crisi.

Il vate agisce nella sua arte divinatoria per rispondere al quesito anche se a volte la risposta può giungere in maniera enigmatica. Solo la capacità di ragionamento permetterà di scoprire quale suggerimento è dato dall’entità virtuale.

Alla risposta potrebbe seguire un’azione da compiere da parte del consultante. Potrebbe essere un sortilegio, un rito, una preghiera o un’offerta grazie alla quale l’entità potrà procedere a soddisfare la richiesta.

 

lettura dei tarocchi

 

Come distinguere le varie arti divinatorie?

La classificazione originaria suddivide le pratiche divinatorie in due gruppi:

  • induttiva: si interpellano segnali o eventi come la lettura delle carte, la posizione delle nuvole, eccetera.
  • intuitiva: quando le risposte vengono percepite dall’indovino grazie all’intercessione di un’entità soprannaturale, come nel caso dei medium, dello sciamano o nell’interpretazione dei sogni.

Un’altra suddivisione in tempi odierni fu fatta dallo psicologo statunitense Julian Jaynes, il quale suddivise la divinazione in differenti categorie:

  • spontanea: quando la divinazione arriva da qualsiasi coincidenza o percezione che possa assumere la forma di una risposta dall’indovino (la forma generalizzata di divinazione);
  • sortilegio: quando si estrae a sorte un oggetto e tale elemento fornisce la risposta (per esempio le carte dei tarocchi);
  • presagi e scrittura: quando la concatenazione di eventi fornisce un risultato interpretabile per l’indovino;
  • auguri: quando si valutano delle possibilità in base alla forma o alla posizione, per esempio lo studio delle interiora degli animali sacrificati.

 

Le domande sulla divinazione hanno un fondamento scientifico?

Ci sono molte critiche riguardo la divinazione e chi la pratica: in particolare riguardo alla loro efficacia reale. Già Cicerone nella sua opera più celebre “De divinatione” criticava aspramente le pratiche divinatorie considerandole false e fallaci.

Il Cristianesimo ostacola l’arte divinatoria sostenendo che solo Dio può conoscere la verità. La bibliomanzia è praticata più nel Protestantesimo e prende spunto dall’Ebraismo.

Si tratta di una tecnica per cui leggendo a caso un versetto della Bibbia si può ottenere una risposta riguardo una questione che ci assilla, come una sorta di sortilegio.

Ma chi la pratica sostiene che la divinazione è una comunicazione introspettiva con l’inconscio. Facciamo un esempio per chiarire il concetto. Interpello i tarocchi in cerca di una soluzione a un problema. Tramite la posizione delle carte leggo il messaggio segreto.

La soluzione ottenuta non è altro che il ragionamento fatto a livello inconscio. Se avessi riflettuto al problema non avrei trovato la soluzione perché lo avrei fatto solo in modo razionale. La risposta si nascondeva nel profondo però, ossia a livello inconscio.

Attraverso un metodo empirico la risposta arriva e non perché sia intervenuta chissà quale entità soprannaturale ma perché ho zittito la razionalità e ho ascoltato l’inconscio.

 

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La storia della divinazione nasce con il pensiero preistorico quando i confini fra scienza e magia erano alquanto labili. La scienza, come abbiamo già visto, non si discostava in modo netto, come oggi dalla magia, ma anzi la accoglieva al suo interno.

Succedeva quando a certi fenomeni l’uomo non sapeva dare una risposta concreta, come nel caso delle eruzioni vulcaniche, nelle eclissi o nei cambiamenti repentini del clima. La divinazione, a quei tempi, raccoglieva tutti i pronostici e i casi che venivano assemblati in modo empirico similmente a ciò che si fa oggi con le materie scientifiche.

Il metodo secondo il quale le arti divinatorie venivano fatte seguono un approccio razionale che si basa sulla conoscenza di segni e presagi che si potevano ottenere solo a seguito dello studio approfondito della materia. La storia della divinazione traccia, dunque, l’inizio di un sistema di studio tipico dell’odierna scienza.

È interessante notare come la divinazione abbia fatto parte della comunità umana sin dalla nascita delle prime civiltà e come si sia sviluppata in modo differente nelle varie culture. La divinazione, in sostanza, non è una prerogativa delle civiltà europea ma di tutto il mondo.

 

occhio divinatorio

 La storia della divinazione

 

Le civiltà mesopotamiche ci hanno lasciato numerose testimonianze dell’arte divinatoria per mezzo di tavolette di argilla. L’idea che attorniava il pensiero mesopotamico era che ogni cosa fosse collegata ed entrando in questo flusso perpetuo si potessero trovare le risposte di cui l’uomo necessitava.

Nel flusso, però, confluivano anche le gesta degli uomini. Se le persone non avevano un atteggiamento rispettoso nei confronti della Natura questa si ribellava e li castigava per mezzo di agenti atmosferici funesti.

In Babilonia nacque l’astrologia, l’arte che precedette l’astronomia. Gli oracoli erano considerati al pari delle divinità e rimasero tali per le successive civiltà egizie, greche e romane. L’etimologia della parola “divinazione” deriva dal latino, sorella dell’aggettivo “divinus” che significa divino.

La divinazione era considerata una pratica religiosa che si discostava dalla ragione fin quasi a oltrepassarla. I libri sibillini, infatti, erano consultati da sacerdoti per rispondere a domande di carattere pubblico o religioso.

Con l’avvento del Cristianesimo la divinazione assunse delle tonalità diaboliche tanto da rientrare nella persecuzione perpetrata dagli Inquisitori. Il suo aspetto religioso non poteva adattarsi al Cristianesimo perché ne avrebbe minato la credenza alle fondamenta.