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La terza triade del pensiero druidico si rifà a tre figure mitologiche accomunate da una visione individuale. Stiamo parlando del bardo Taliesin, re Artù e il mago Merlino, simbolo d’eccellenza del druido.

I tre personaggi invitano l’iniziato druido a comprendere le potenzialità del proprio essere, le quali possono nascondere delle sorprese inaspettate, pronte per essere scovate.

Terza triade del pensiero druidico

 

Taliesin

Taliesin è l’archetipo del bardo e rappresenta la linea di partenza dell’iniziazione del druido. La sua storia compresa nella terza triade del pensiero druidico racconta che la maga Ceridwen ebbe un figlio brutto che volle migliorare donandogli la saggezza.

Preparò quindi la pozione ma siccome doveva essere mescolata all’interno di un calderone per un anno e un giorno, ingaggiò Gwion, un povero orfanello del villaggio.

Giusto al termine del servizio, tre gocce caddero sul pollice del malcapitato, il quale per nascondere il misfatto le succhiò. Subito acquisì tutte le virtù della pozione tra cui quella della veggenza.

Scoprì così che Ceridwen, una volta venuta a conoscenza dell’accaduto, l’avrebbe ucciso. Ricorrendo alle doti magiche acquisite si trasformò in lepre e scappò via.

Ceridwen capì all’istante ciò che era successo non appena fece rientro a casa. Si trasformò in segugio e seguì le tracce della lepre. In prossimità del fiume Gwion si trasformò in pesce e di seguito la maga si trasformò in lontra.

Il povero orfano saltò fuori dall’acqua tramutandosi in uccello e via la scaltra maga diventò un’aquila. Non sapendo più dove nascondersi Gwion diventò un chicco di grano che presto Ceridwen in forma di gallina, mangiò.

Dopo alcuni mesi la maga scoprì di essere incinta: era di nuovo Gwion. Partorito però, non ebbe coraggio di ucciderlo da quanto era bello e lo affidò al fiume all’interno di una sacca di cuoio.

Fu Elffin, figlio del re della zona a trovare il neonato, e vedutolo disse: “Vedo una fronte luminosa” (tal iesin). Il piccolo adottò quel nome. I due vissero assieme e Taliesin divenne il bardo di famiglia.

Qualche tempo dopo Elffin si mise contro il re, il quale lo imprigionò. Subito accorse in suo aiuto Taliesin che per mezzo di artefici magici convinse il re a liberare il suo amico. Da quel momento i due furono lasciati in pace e in tutta la zona fu riconosciuto il potere di Taliesin.

Il racconto rappresenta il percorso iniziatico del druido, attraverso il mescolare del calderone per un anno e un giorno, la trasformazione in tre animali diversi, lo sviluppo della conoscenza nel ventre materno e infine la consapevolezza delle proprie abilità tramite il raggiungimento dell’illuminazione, simboleggiata dalla fronte luminosa.

Paragonando il percorso di Taliesin ai tre Sentieri Druidici possiamo identificare il Sentiero della Terra con il mescolare il calderone, il Sentiero del Sole a celebrare le mutazioni dell’anno come le varie trasformazioni in animali e il Sentiero della Luna alla pratica della meditazione, rapportato al momento di gestazione nel ventre materno.

 

bardo-taliesin

Re Artù

Re Artù è un’icona della mitologia britannica: possessore della spada di Excalibur, personaggio della Tavola Rotonda, fratello della maga Morgana e protagonista del ciclo bretone.

In realtà, la figura mitologica di Artù pare sia stata presa da un famoso condottiero britannico vissuto fra la fine del V secolo d.C. e l’inizio del VI secolo d.C.

Dopo circa seicento anni le imprese del valoroso condottiero arrivarono alle orecchie dei normanni e dei francesi che ci ricamarono sopra una narrazione mitologica.

Attorno alla sua figura se ne mescolarono altre dallo sfondo magico e numinoso nonché luoghi misteriosi e nebulosi come l’isola delle mele di Avalon.

Al di là dell’affastellamento di figure e simboli relativi alla narrazione mitologica, re Artù insegna al novizio della terza triade del pensiero druidico a riflettere sulle numerose esperienze e avventure che il percorso promette.

Il ricorrere al mondo magico e a quello reale corrisponde alla via di studio del druido, il quale deve muoversi nella quotidianità e allo stesso tempo immergersi nelle visioni spirituali che la pratica richiede. Inoltre, l’archetipo del re insegna ai praticanti di esporsi in prima persona per il bene comune.

Come dice John Michael Greer nel libro ‘Druidismo‘: “Nel momento in cui ci risvegliamo e troviamo la saggezza, aiutiamo la Terra a guarire e, alla fin fine, avviciniamo la Terra stessa al compimento del suo favoloso destino“.

 

re Artù ed excalibur

 

Il mago Merlino, il terzo personaggio della terza triade del pensiero druidico

Mago Merlino fu arci-mago di Britannia. La sua figura pare tragga origine da un personaggio scozzese molto particolare autore di numerose poesie. Il suo nome è Myrddin, mentre il Merlino mitologico trovò posto nelle narrazioni come primo maestro del futuro re Artù.

Mago Merlino fu amico di Taliesin, con il quale condivise diverse avventure e trasformazioni magiche. Anche la sua morte risulta confusa e raccontata in varie versioni.

Ma ciò che interessa è la sua capacità magica di interagire con il mondo reale e quello dell’occulto e veste la perfetta descrizione del Druido. La lezione più importante che l’iniziato può ricavare dalla storia di Merlino è che dentro ognuno di noi si nasconde un potenziale inespresso pronto per scatenare una vera e propria rivoluzione spirituale.

 

La seconda triade della filosofia druidica contempla in maniera specifica il simbolismo legato alla pratica pagana. In particolare, si sviluppano i temi legati alle energie primarie, alle stazioni dell’anno e all’alfabeto oghamico.

Dalla fusione di questi elementi deriva la creazione del cosmo secondo il modello druidico.

Seconda triade della filosofia druidica

 

Le energie primordiali

L’elemento di base, in comune, che interagisce con le energie primarie è nwyfre, ovvero la forza e il potere stesso della vita. Nelle altre tradizioni nwyfre è riconosciuta come prana, qi, eccetera. Sebbene sia una forza che pervade l’intero cosmo è presente in misura maggiore in alcune forme rispetto ad altre.

La nwyfre del sole parte dall’alto per dirigersi verso il basso e si percepisce in maniera più potente nelle cime delle montagne rispetto alle valli. I suoi emblemi animali sono rappresentati dalle aquile, dai falchi e dagli aironi. La dicitura che identifica questa forza e sottoscritta nella parola aud oppure od.

Dalla Terra verso l’alto passando per le pietre si muove la nwyfre della terra. Si manifesta con una grande potenza in prossimità di piante e vegetazione, sorgenti, cascate e fonti di acqua risorgiva. I suoi simboli animali corrispondenti sono il serpente e il drago. Ed è riconosciuta con la sillaba aub oppure ob.

 

“Queste due correnti di energia sono l’ordito e la trama da cui i Druidi ricavano la loro magia”.

 

L’energia solare stimola petto, gola e mani rinforzando le qualità intellettive ed emozionali. È definita corrente della saggezza e ha una forza maschile.

La corrente tellurica stimola pancia, bacino e piedi generando passione, vita ed energia. Rappresenta il femminile ed è chiamata anche corrente del potere.

Le due correnti devono scorrere assieme per generare forza e scaturire un processo di creazione. Esistono in tutti gli esseri umani sotto forma distinta di energia.

In tal senso, possiamo dire che l’essere umano è il terzo elemento che equilibra le due correnti, andandone a formare una terza chiamata aur oppure or che racchiude il segreto della magia druidica.

I nomi più comuni di questo tipo di magia sono: Raggio Verde o corrente lunare, data la sua capacità intermediatrice proprio come fa la luna con la Terra e il Sole. I suoi simboli sono l’uovo, il gioiello e il bambino.

La corrente tellurica e quella lunare esistono da sempre mentre quella lunare è nata dalla relazione dell’essere umano con gli elementi naturali. Quando si manifesta in una persona genera una forte consapevolezza ed energia intellettuale e creativa.

Come generare questa spinta creativa è il segreto racchiuso dagli insegnamenti druidici. Non a caso, il simbolismo di questi tre elementi rientra in uno più noto e famoso. Sto parlando della leggenda del Santo Graal.

La corrente tellurica è rappresentata da un triangolo di fuoco, la corrente solare da un cerchio di luce e la corrente lunare da una mezza luna rivolta verso l’alto. I tre simboli collocati assieme suggeriscono questa figura, che forse farà risuonare il campanello di allarme a più di qualcuno:

Secondo la seconda triade della filosofia druidica il Santo Graal è l’emblema dell’essere umano, in scala maggiore è la rappresentazione della Terra.

 

correnti primordiali e Santo Graal

 

Le stazioni dell’anno nella seconda triade della filosofia druidica

La ripartizione dell’anno ha preso forma solo in epoca moderna. Lo scorrere del tempo era regolamentato dagli equinozi e dai solstizi. In pratica, ogni sei settimane e mezzo c’è una festività.

Le festività che vengono ancora oggi festeggiate dagli iniziati druidi sono:

  • Samhuinn, 1° novembre;
  • Alban Arthuan, 21 dicembre;
  • Imbolc, 2 febbraio;
  • Alban Eiler, 21 marzo;
  • Belteinne, 1° maggio;
  • Alban Heruin, 21 giugno;
  • Lughnasadh, 1° agosto;
  • Alban Elued, 22 settembre.

È interessante notare come le stesse festività pagane siano oggi state tramutate in festività cristiane, sebbene sotto altre spoglie.

La ruota dell’anno rappresenta una sorta di cosmogramma tracciato nel tempo anziché nello spazio. Il festeggiamento dei rituali sono un passaggio attraverso il quale l’individuo ritrova il suo centro e la sua piena consapevolezza spirituale.

calendario pagano

Ogham, l’alfabeto degli alberi

In questa sezione parleremo in maniera superficiale dell’Ogham perché sarà approfondito nel corso di altri articoli più specifici.

Lo studio dell’alfabeto è importante per gli aspiranti druidi, in quanto agisce in sintonia e armonia con la ruota dell’anno e le correnti energetiche.

Le più antiche iscrizioni dell’alfabeto oghamico risalgono a una pietra eretta nel III secolo d.C. ma secondo gli studiosi i riferimenti sono antecedenti.

È composto da venti lettere di base, chiamate Feda e da cinque lettere aggiuntive chiamate forfeda. Le lettere sono racchiuse in gruppi da cinque chiamati aicme.

Ogni feda è collegato a un albero, un uccello, un attrezzo agricolo, un colore e un’arte. L’alfabeto funge da veicolo di comunicazione nonché pratica divinatoria, conosciuta solo dai praticanti e dagli studiosi della seconda triade della filosofia druidica.

Lo studioso britannico Robert Graves ci ha aggiunto un calendario e altri addirittura uno zodiaco celtico di 13 segni.

 

Per approfondire la seconda triade della filosofia druidica:

La storia del Druidismo ci fa conoscere l’evoluzione di una concezione spirituale appartenente all’antica Britannia fino ai giorni nostri. Si tratta di un viaggio affascinante seppure misterioso e occulto che ancora si accompagna a numerosi quesiti. Chi erano i druidi? Cosa significava diventare druidi? E come ha fatto questa particolare spiritualità a sopravvivere al tempo e alla scienza?

Ad alcune domande, ancora oggi, non corrispondono delle risposte esaustive in quanto le informazioni pervenute sui druidi si raccolgono in una decina di pagine.

Tutto ciò che si conosceva sui druidi venne sepolto a seguito della caduta dell’Impero Romano avvenuto nel V secolo d.C. I pochi indizi sopravvissuti all’evento catastrofico raccontano di una tribù celtica che viveva distribuita sui territori della Britannia, l’Irlanda e la Gallia (la Francia odierna).

Chi erano i druidi

 

I druidi erano molto legati agli alberi, tant’è che il loro nome pare significhi “I saggi della quercia” e i loro incontri avvenivano in terreni nella foresta, al riparo da orecchi indiscreti.

Da quanto traspare, erano un gruppo di studiosi, filosofi o maghi e non venivano contemplati nella figura di sacerdoti come si tende a illustrarli oggi.

I loro insegnamenti, come nella tradizione greca, erano orali e non venivano in alcun modo trascritti. Forse solo sul legno a sottolineare il legame con la foresta e gli alberi sacri.

Il percorso di studi era piuttosto lungo e talvolta superava il ventennio, in cui si approfondivano diverse tematiche, quali l’astronomia, la poesia, la dialettica, la teologia, la divinazione, eccetera. Nel percorso di studi erano accettate sia donne che uomini.

Il piano di studi si divideva in tre categorie: Bardi (i poeti), Ovati (indovini) e i Druidi (gli insegnanti). Al termine degli studi entravano a far parte di una specie di gilda in cui prendevano decisioni, potevano formare eserciti e partecipavano attivamente alle decisioni pubbliche.

A seguito della conquista romana dei territori britannici e gallici i druidi parvero scomparire. Sebbene, in realtà, fossero relegati a mestieri più concreti e si mescolassero alla gente comune. Un po’ come accadde con la Civiltà Maya.

La spiritualità druida si manifestava nel rispetto della natura, nella conoscenza delle arti e nell’impronta del rispetto del ciclo della Terra, in ogni sua più piccola manifestazione e sfumatura.

 

l'evoluzione dei druidi

La storia del Druidismo

 

I secoli XVII e XVIII furono caratterizzati da un nuovo impulso economico che diede vita alla Rivoluzione Industriale. Furono tagliate foreste per fare spazio alla nuova industria e le popolazioni si spostarono dai villaggi alle città, in cerca di lavoro.

Fu in questo contesto che nacque una nuova filosofia legata all’ecologia e al rispetto della Natura.

Inoltre, nel centennio precedente e nello specifico nel periodo compreso fra il 1618 e il 1648 l’Europa fu soverchiata dalla Guerra dei Trent’anni in cui le ideologie religiose tra cattolici e protestanti si scontrarono con una certa veemenza, abbattute da lotte intestine devastanti.

Si accavallarono nuove filosofie atte a coprire la nudità spirituale che permeava quel particolare frangente storico. René Descartes, per esempio, propugnò insieme ad altri filosofi, il materialismo scientifico in cui un materialismo fondante imperava il culto della società.

L’assenza di significato delle ideologie spirituali però si ripresentarono in maniera preponderante in quanto la comunità non aveva alcuna intenzione di perdere il suo valore umano e religioso.

Fu nei pressi di Avebury, una cittadina tra Bristol e Londra, in cui un certo John Aubrey si interessò dei complessi megalitici che affastellavano l’intero territorio britannico e oltre.

La curiosità per l’antica tribù celtica dei druidi esplose, portando con sé gli strascichi di una nuova filosofia spirituale chiamata Revival Druidico.

Il manifestarsi di questa nuova filosofia avvenne in un momento preciso: il 28 novembre 1717. Alcuni appassionati dei retaggi druidi si riunirono in un pub a Londra, l’Apple Tree Tavern di Covent Garden, per siglare la nascita dell’Ancient Druid Order, il primo frammento della rinascita della tribù druida in epoca moderna.

 

Ancient Druid Order

Il Revival Druidico

 

Il Revival Druidico nacque in un contesto in cui si formarono diverse logge e società segrete tra cui la Massoneria. I primi affiliati avevano idee contrapposte: chi voleva dare alla società un’impronta cristiana o protestante e chi, al contrario, rifuggiva da ogni dogma religioso.

I secondi rappresentati dovettero combattere per mantenere viva la neonata filosofia in quanto nell’Inghilterra del ‘700 mettere in discussione la religione equivaleva a commettere un crimine penale. Pertanto, gli iscritti dovevano muoversi con un certo riguardo.

In esso, comunque, fin da subito si idealizzò il concetto del Panteismo. Ovvero la consapevolezza che l’intero universo fosse un essere divino vivente e cosciente.

La corrente più legata alla religione cristiana, di contro, introdusse il concetto di “Latitudinarismo” che combatteva per allontanare le varie dispute della Chiesa spostando l’interesse dei fedeli verso una più autonoma professione del credo religioso per mezzo della meditazione.

A queste due correnti che spingevano il Revival Druidico da una parte all’altra senza mai spezzarlo, si immischiò anche la Massoneria creando contatti tra i vari partecipanti. Entrambi i gruppi condividevano la passione per l’occulto e il fastidio per le idee dogmatiche.

Possiamo dunque affermare che l’inizio della storia del Druidismo fu come un pentolone primordiale in cui si mescolarono vari concetti senza mai fondersi e tale impronta di autonomia ideologica è rimasta ancora oggi il messaggio veicolante della spiritualità druidica.

studi druidici

La storia del Druidismo inizia a estendere i suoi confini

Il Revival Druidico vide il primo grande impulso di compattezza nella seconda metà del XVIII secolo. A decretare tale propulsione fu la nascita di una nuova consapevolezza ecologica.

La spinta maggiore arrivò dal Galles, paese in cui ancora si compivano dei riti pagani fino al 1589. La figura di spicco in questa piccola rivoluzione filosofica fu Edward Williams, che prese il nome di Iolo Morganwg.

Raccattando frammentarie informazioni riguardo ai druidi e ricucendole con brillanti intuizioni personali diede vita a uno scritto “Barddas” in cui conformava le regole di una nuova visione del mondo.

Inserendo nel libro rituali e poesie tramandate dai bardi gallesi, gli stessi durante le loro riunioni chiamate in gergo eisteddfodau adottarono gli insegnamenti di Iolo. Ancora oggi questo gruppo si identifica per la loro fusione druidica con la Cristianità.

A parte questo filone in quasi tutto il mondo si crearono nuove tribù druidiche mescolando diverse conoscenze che variavano in base all’ordine di appartenenza. Si accomunavano, comunque, dalle stesse tradizioni e principi ecologici.

La storia del Druidismo non si è salvata da commenti canzonatori dettati soprattutto da alcuni gruppi colpevoli di essersi resi piuttosto ridicoli. In ogni caso, il fatto di mostrarsi pubblicamente in riunioni nella foresta con un tipico abbigliamento con mantello e i tipici copricapi, accrebbe la loro notorietà nel mondo.

 

bardi e druidi: la storia del druidismo

Druidismo moderno

 

Oltre a diffondersi in Gran Bretagna la storia del Druidismo attraversò i confini andandosi a presentare in Francia, ma solo dopo che la presa politica della Chiesa si attenuò e in America negli anni in cui terminò la Rivoluzione Industriale.

La composizione filosofica druidica contemplava un percorso personale di crescita improntato sul rispetto e sulla venerazione della Natura. Inoltre, i druidi promossero la medicina naturale, l’alimentazione sana, le coltivazioni rispettose dell’ambiente e diedero vita anche alla filosofia nudista.

Le scoperte archeologiche fecero traballare per alcuni decenni la serietà d’intenzioni della filosofia druidica. In quanto, vennero a galla delle informazioni che ridimensionavano in importanza la figura dei druidi.

Ma con il tempo il Revival Druidico capì di essere nato dalle ceneri dei druidi e con il tempo di aver assunto un’accezione del tutto innovativa e definita. La filosofia, in pratica, riconosce l’antico canto dei druidi ma si conforma alle necessità del periodo storico in cui si manifesta.

Pertanto, il Druidismo oggi deve affrontare nuove sfide e solo una visione capace di compenetrare la saggezza della Natura sarà in grado di riportare il giusto equilibrio negli elementi.

Per approfondire l’argomento, leggi: