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Il culto della Dea Ecate è molto sentito soprattutto in ambito Wicca. Perché la dea di origine antica sta tornando a manifestarsi? Si tratta di un mito antico, ripreso anche dalla mitologia greca e romana.

Il suo nome Ècate, Hekate o Hekat ha un’origine primitiva che risale prima della formazione indoeuropea. Infatti, si pensa possa essere stata sostituita al culto della Dea Madre.

La sua figura è sfuggente poiché la Dea vive ai margini, nei confini e nei limiti tra la luce e l’oscurità. La sua contemplazione è ambivalente e possiamo dire piuttosto eludente.

paganesimo culto della Dea Ecate

Le qualità di Ecate

 

L’epiteto che contraddistingue Ecate è: ‘Colei che detiene le chiavi del cosmo‘ e possiede diverse sfaccettature. Rappresenta sia la luce sia l’oscurità, la magia e, in particolare, la negromanzia, i vivi e i morti, nonché viene evocata come protettrice delle donne in difficoltà e del parto.

Simboleggia i cicli lunari nella fase calante, e nella sua assenza o luna nera, mentre si contrappone ad Artemide come luna crescente e Selene come luna piena.

Si trova negli incroci come trivia ed è una dea a difesa della famiglia secondo la declinazione greca.

Ecate era la dea della magia e degli incroci ed era la potente signora dell’oscurità, regnava sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi, i morti. Era invocata da chi praticava la magia nera e la necromanzia.

Era una delle numerose divinità adorate nell’antica Atene come protettrice dell’oikos (famiglia), insieme a Zeus, Estia, Hermes e Apollo.[1]

Fa la sua comparsa negli Oracoli caldaici come dominatrice di mare, cielo e terra con l’accezione di Soteira, ovvero salvatrice, e soprattutto parte dell’Anima Mundi, dell’anima del mondo cosmico.

 

magia e invocazione divina

 

Culto della Dea Ecate

 

Il culto della Dea Ecate sta vivendo un crescente interesse fomentato dalla corrente pagana della Wicca. La sua essenza prettamente femminile funge da richiamo per contrastare la pressione patriarcale.

La Dea Ecate però non è per tutti. Sebbene sia disponibile ad aiutare chiunque, in cambio richiede una dose di audacia per affrontare delle prove votate all’oscuro.

Infatti, la dea presiede sia l’oscurità sia la luce e chi decide di rientrare nella sua devozione deve essere pronto ad affrontare entrambe, senza ripensamenti né remore.

E, come il detto ci insegna, la fortuna aiuta gli audaci perché chi si rapporta all’oscurità acquisisce forza, determinazione e un fortissimo senso di libertà.

Pertanto, dedicarsi al culto della Dea Ecate significa abbandonare le proprie difese personali per attraversare un viaggio di rinnovamento, crescita e spiritualità.


Libri di approfondimento:

Lamia strega e vampira è una figura mitologica che risale al mondo classico greco e romano in cui fa la sua prima comparsa il vampirismo. La sua evoluzione, sempre secondo la mitologia, risulta alquanto violenta.

Infatti, Lamia era la regina della Libia, la cui sfolgorante bellezza fece capitolare Zeus. Il Dio le regalò il dono di togliersi gli occhi dalle orbite per poi rimetterseli senza che accadesse alcun danno.

Insieme i due amanti ebbero una storia passionale e intensa costellata da prole. Ciò fece scattare l’ira di Era, la sposa di Zeus, la quale per vendicarsi fece uccidere tutti i figli nati dalla relazione clandestina. L’unica a salvarsi fu Scilla, sebbene questo dettaglio viene spesso confabulato dalle differenti versioni della storia.

Lamia rimase devastata dalla violenza perpetrata nei confronti dei suoi figli e per vendicarsi decise di ammazzare tutti i figli delle altre donne con cui entrava in contatto. Non solo li ammazzava ma succhiava loro il sangue fino a farli morire dissanguati.

L’abuso di sangue di innocenti compromise la sua figura rendendola mostruosa. Nonostante ciò, acquisì la capacità di trasformarsi da donna mostro a una figura affascinante così da sedurre gli uomini per poi nutrirsi del loro sangue.

 

vampira o vampiressa

Lamia strega e vampira

 

La capacità di Lamia di bere sangue la trasformò automaticamente in una vampira, forse nella sua rappresentazione più antica. Nel corso del Medioevo la figura di Lamia non si oscurò, bensì venne ridimensionata a rappresentanza di strega.

Assunse così l’appellativo di ‘Lamia strega e vampira’ e venne in parte dimenticata dopo l’introduzione dell’emblema letterario del Conte Dracula. Sebbene Lamia si discostò dall’immagine di succhiatrice di sangue, assunse la forma esoterica di strega.

Questo solo a livello letterario perché nel folklore europeo non perse mai la sua caratteristica di vampira, come ricordano le varie storie raccontate dal popolo.

Una declinazione delle lamie le vede metà donna e metà animali, soprattutto serpenti o, di nuovo, delle anticipazioni della figura del drago, con occhi maligni e lingue biforcute.

A volte, invece, le lamie erano scambiate per le Empuse, le ancelle della dea Ecate. Anch’esse dotate di poteri sovrannaturali usati per spaventare i pellegrini e i viaggiatori.

Ecate è una dea pre-indoeuropea detentrice della magia e dei poteri legati all’oscurità. Infatti, fungeva da richiamo ai praticanti di magia nera o necromanzia poiché dominava sui fantasmi, i morti, i demoni nonché la notte e la luna.

Questo aspetto così malefico e oscuro non poteva che condurre le lamie alla continuazione del mito attraverso le streghe. Vere rappresentanti malefiche del Medioevo, in cui ogni misfatto pareva fosse compiuto dalla loro malvagità.

La loro forma, dunque, si dissolse nel corso dei secoli ma rimase intatta la loro capacità di trasformarsi a piacimento con l’obiettivo di fare del male ai ‘poveri’ uomini, vittime innocenti delle loro crudeltà.

A rinfocolare il mito della strega persecutrice di uomini fu la Chiesa che vedeva in ogni forma di malizia o di mancanza di fede da parte di una donna una componente esoterica e occulta.

Bram Stoker sradicò completamente l’origine di Lamia strega e Vampira introducendo un altro essere altrettanto malefico: il famigerato conte Dracula, il succhia sangue che oggi tutti temiamo.